Protesi di ginocchio
Cos’è l’artrosi di ginocchio?
Nell'artrosi, l'usura della cartilagine articolare ostacola il regolare movimento delle superfici, provocando dolore e riducendo sia la mobilità che l'autonomia nel camminare. Questa usura può derivare dal normale processo di invecchiamento della cartilagine o essere causata da traumi, fratture, malattie reumatiche e altre condizioni patologiche, e può coinvolgere uno o più comparti del ginocchio.
Come si esegue la diagnosi?
La valutazione si basa sull'anamnesi, con il paziente che riporta un dolore al ginocchio protrattosi per anni, talvolta accompagnato da gonfiore, con una progressiva limitazione nell'attività fisica: inizialmente nelle scale, poi nella camminata su terreno irregolare e infine anche nella deambulazione normale su terreno pianeggiante. La radiografia è il test diagnostico principale, eseguito sotto carico, che fornisce informazioni cruciali sulla condizione durante il movimento. Mostra una riduzione dello spazio articolare, indicativa della perdita di cartilagine, anche se questa struttura non è direttamente visibile nelle immagini radiografiche. La risonanza magnetica e la TC sono riservate a casi specifici e non sostituiscono la radiografia.

Qual è il trattamento adeguato nell’artrosi di ginocchio?
Il trattamento può essere conservativo nei casi meno gravi di artrosi, oppure chirurgico qualora l’avanzamento della patologia abbia condotto a quadri di dolore e riduzione della qualità di vita persistenti e refrattari alle cure mediche.
Trattamento conservativo
In un primo tempo, l’artrosi viene gestita da un punto di vista medico con terapia antinfiammatoria, terapia riabilitative e infiltrazioni intrarticolari. Queste ultime prevedono l’infiltrazione di sostanze terapeutiche nella camera articolare del ginocchio.
L'articolazione del ginocchio è facilmente accessibile senza l'uso dell'ecografia, di solito attraverso una puntura effettuata dal lato supero-laterale della rotula, mentre il paziente è sdraiato. In casi eccezionali, quando vi è una grave artrosi della rotula o una posizione bassa della stessa, l'infiltrazione può essere eseguita con il paziente seduto, passando lateralmente al tendine rotuleo.
La scelta del farmaco per l'infiltrazione dipende dal grado di artrosi e dalle caratteristiche del paziente, ed è consigliata in collaborazione con il medico, che discuterà vantaggi e svantaggi di ciascuna opzione. Tra i farmaci utilizzati vi sono:
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Acido ialuronico: disponibile in diverse formulazioni, è indicato per vari gradi di artrosi e condizioni cartilaginee. Ha un'azione viscosupplementativa e talvolta viscoinduttiva;
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PRP (Platelet Rich Plasma) o gel piastrinico: simile all'acido ialuronico, con una maggiore azione antinfiammatoria. Prevede un prelievo di sangue periferico venoso dal paziente e la sua successiva centrifugazione e preparazione prima di poter procedere all’infiltrazione. La durata totale della procedura è di circa 30 minuti. Sebbene i risultati siano sovrapponibili all'acido ialuronico, talvolta può essere preferito da alcuni pazienti
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Cellule staminali mesenchimali del tessuto adiposo (tecnologia Lipocell® o similari): in questo caso la procedura viene eseguita in una sala operatoria
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Cortisonico: utilizzato nei casi più gravi di artrosi, quando le cellule cartilaginee sono poche. In queste situazioni, l'acido ialuronico o il PRP potrebbero non essere efficaci.
Il fisiatra, il terapista del dolore o il reumatologo (oltre all’ortopedico) possono essere la figura di riferimento in questa fase. Se il disturbo non viene risolto dal trattamento conservativo, è bene considerare un intervento chirurgico, rivolgendosi ad un ortopedico.
Trattamento chirurgico
L'intervento di sostituzione della protesi al ginocchio mira a ripristinare la mobilità e la funzionalità dell'articolazione sostituendo le superfici usurare.
L'accesso all'articolazione avviene attraverso un'incisione cutanea anteriore al ginocchio, di circa 15-20 cm, seguita dalla rimozione delle superfici danneggiate e dalla modellazione dell'osso per accogliere la nuova protesi.
Esistono diverse tipologie di protesi, scelte in base alle specifiche esigenze del paziente, incluse età, tipo di artrosi e condizioni ossee e legamentose.
Nel caso in cui l'usura colpisca solo un compartimento femoro-tibiale, può essere impiegata una protesi parziale o monocompartimentale. Se l'artrosi coinvolge tutto il ginocchio, si ricorre alla protesi totale. Quest'ultima è composta da una componente tibiale in titanio, una componente femorale in lega di cromo-cobalto e un inserto di plastica (polietilene) tra le due componenti per consentire lo scorrimento. Se la rotula è gravemente usurata, viene sostituita con una componente in polietilene. Le protesi vengono comunemente fissate all'osso mediante cemento, permettendo al paziente di appoggiare immediatamente il peso sull'arto operato. In casi specifici, si può optare per una protesi non cementata, costituita da materiali osteointegranti come tantalio o titanio rugoso.
Nel caso di usura limitata al compartimento femoro-rotuleo, si può impiegare una protesi femoro-rotulea, sostituendo solo le superfici articolari anteriori del femore e della rotula.
In alcuni casi, previa consultazione con il chirurgo, è possibile eseguire l'intervento di protesizzazione di uno dei compartimenti femoro-tibiali (interno o esterno) in combinazione con la protesizzazione del compartimento femoro-rotuleo.

Quali precauzioni sono necessarie prima dell'intervento?
La principale complicanza da considerare sono le infezioni. È quindi essenziale condurre una valutazione pre-operatoria completa e trattare eventuali infezioni urinarie o dentali. Se sono state effettuate infiltrazioni recenti, l'intervento dovrebbe essere posticipato di 3 mesi per precauzione. Gli esami pre-operatori e la visita anestesiologica consentono di valutare il rischio chirurgico del paziente, determinare il tipo di anestesia e pianificare la gestione post-operatoria, inclusa la terapia del dolore e la possibile necessità di trasfusioni o monitoraggio in terapia intensiva.
Cosa succede dopo l'operazione?
La riabilitazione può continuare in un reparto di riabilitazione o a domicilio con l'assistenza di un fisioterapista, a seconda delle condizioni cliniche del paziente. Gli obiettivi includono il ripristino dell'estensione completa e una flessione di 120°, migliorare la deambulazione e la marcia sulle scale. L'uso delle stampelle è consigliato per precauzione per 4-6 settimane, fino a quando non viene ripresa una deambulazione autonoma, momento in cui si può iniziare a guidare l'auto.Anche se il recupero della flessione e della deambulazione è rapido, è importante evitare di sollecitare eccessivamente la rotula. È consigliabile utilizzare le braccia per alzarsi da una sedia bassa e fare uso del corrimano durante la salita delle scale
Quanto dura il periodo di ricovero?
Il ricovero inizia il giorno prima dell'intervento. L'operazione stessa dura circa 90 minuti. Il dolore post-operatorio viene gestito attraverso una terapia antidolorifica continua, con l'aggiunta di farmaci al bisogno. È importante applicare ghiaccio a intervalli regolari per ridurre dolore e gonfiore. Il ricovero dura approssimativamente una settimana. La riabilitazione inizia il giorno successivo, con il recupero progressivo del range di movimento, seguito dalla ripresa della stazione eretta e della deambulazione, fino alla marcia sulle scale in salita e in discesa.